
Always Learning
Non so se lo sai, ma da circa un mese mi sono trasferito negli Stati Uniti. Il mio network qui è ancora piuttosto limitato e sto iniziando a capire come funzionano le cose, il business e i rapporti qui a -9 ore dall’Italia. In mezzo a tutta questa confusione, il trasloco e le pratiche burocratiche, ho deciso di frequentare un workshop di due giorni per prendere la certificazione POCP come Phase One Certified Professional (oppure, in breve appunto, POCP).
Uso Capture One come principale strumento per lo sviluppo dei RAW da quasi 2 anni, scatto con macchine Mamiya/Phase One medio formato a pellicola abitualmente e, quando il budget e la tipologia di lavoro lo consentono, utilizzo senza alcun problema i loro dorsi digitali. Perché certificarsi allora?
Non credo molto nei diplomi o nei certificati: credo sia più importante essere capace di fare e poterlo dimostrare piuttosto che avere un attestato che lo certifica. Credo però che ci sia sempre spazio per imparare cose nuove, anche in campi dove potrebbe essere lecito credere di essere già ben preparati sia dal punto di vista pratico che teorico. A volte approfondire un argomento attraverso un corso (online, dal vivo, pratico o solamente teorico) può sembrare una perdita di tempo (e di denaro), ma almeno nella mia esperienza non lo è mai stato! Anche se alle volte è poco, mi capita sempre di riuscire a imparare qualcosa, che sia dal punto di vista teorico, pratico o anche solamente umano.
Con queste premesse ben chiare in mente ho deciso di inscrivermi al workshop per la certificazione Phase One. Non che credessi mi servisse più di tanto per il mio lavoro la certificazione POCP, ma credo che non sia mai a sufficienza ciò che si conosce… always learning! Mai smettere di imparare!
La prima sorpresa l’ho avuta pochi minuti dopo essermi iscritto! Mi è arrivata un’email di ringraziamento e sono stato immediatamente invitato a completare 5 mini-corsi online con dei test al termine di ciascuno. Il completamento di tutti i test e il loro superamento con almeno una percentuale di risposte esatte dell’80% sarebbe stata la condizione necessaria per essere ammesso al workshop… per il quale avevo già sborsato circa 450 Euro (non ricordo quanto costi in Italia, ma credo un centinaio di Euro in meno… possibile?).
Mi sono detto… Fantastico! Questo sì che è un workshop serio! Nessuna perdita di tempo con allievi senza il minimo livello di conoscenza necessario. Niente di cui stupirsi più di tanto però: alla fine è esattamente quello che facciamo spesso anche noi. Un esempio lampante è il prossimo workshop “Hi-Speed Photoshop”: per accedere al workshop è importante (direi indispensabile!) scaricare alcuni video di un corso di Simone Poletti per essere pronti con le conoscenze base da cui partire. Qui in più c’è solo il test online (che potrebbe essere una buona cosa da introdurre anche da parte nostra!)
La cosa fantastica è stata scoprire che già dai primi corsi online dedicati ai corpi macchina, ai dorsi digitali e anche un po’ a Capture One… avevo un sacco di piccole cose da aggiungere al mio bagaglio. Non cose che mi potevano impedire di fare il mio lavoro, ma nozioni che ora mi permettono di lavorare meglio, con maggiore e approfondita conoscenza di cosa “stia sotto” l’attrezzatura che ho in mano!
Facendo i test mi sono anche accorto che passare l’esame finale avrebbe potuto essere non proprio così scontato: mi è capitato di fallire uno dei test online (fortunatamente quelli introduttivi possono essere rifatti senza penalità alcuna) e di arrivare a un punteggio non molto superiore all’80% negli altri. L’esame finale, sempre amministrato attraverso la piattaforma online, non ammette deroghe o recuperi! Se si fallisce l’esame al termine del workshop non si riceverà la certificazione POCP, ma sarà possibile sostenerlo nuovamente dopo un certo lasso di tempo con un costo aggiuntivo (con un ingente sconto però rispetto alla prima sessione!).
Forse ti starai chiedendo: «Quindi? Alla fine? L’ha superato ‘sto esame? Hai imparato qualcosa?»
Sicuramente ho imparato svariate cose per me nuove. La stragrande maggioranza del workshop è incentrata nel dare una panoramica chiara e dettagliata di quali siano i limiti dell’attrezzatura Phase One e come aggirarli o superarli. La parte forse in assoluto più interessante è stata quella relativa al trouble shooting, alla risoluzione dei problemi: quasi nessuno di essi mi era mai capitato, ma ora dovessero capitare saprei come risolverli senza nemmeno stare a perdere qualche minuto a pensarci! Se questo non è un “plus”, allora cos’altro può esserlo???
Spesso si pensa che questa certificazione POCP sia solo per gli assistenti digitali: un fotografo ha l’assistente che deve pensare all’attrezzatura e non si deve preoccupare se non a scattare. Beh… io la penso diversamente! Credo che sia importante conoscere in modo approfondito i propri strumenti di lavoro, come usarli e come ottenerne il meglio. Mi riferisco alle macchine fotografiche, ma anche ai flash e alle luci da studio senza dimenticare i software per l’elaborazione dei RAW e la postproduzione. Perché? Perché anche se non puoi eccellere in tutto, occorre conoscere quanto più possibile gli strumenti che impattano sul tuo workflow e avere capacità estese anche oltre la tua normale sfera di operatività. Essere indipendenti permette di capire la materia meglio, e soprattutto permette di interfacciarsi ad altri professionisti che fanno parte del team di lavoro in modo migliore!
Se sei fotografo e non sai come muoverti in Adobe Photoshop, oltre a non capire le difficoltà che il tuo ritoccatore potrebbe incontrare, molto probabilmente farai fatica a spiegarti e interfacciarti con lui… con la conseguenza che il risultato finale del tuo lavoro sarà di qualità inferiore a quella che avrebbe potuto raggiungere (anche se non sei direttamente tu a operare in tutto il workflow!).
Se sei un ritoccatore e non sai come funziona la fotografia, farai fatica a capire cose vuole raggiungere il fotografo come risultato finale. Se non hai idea di come gestire la luce e gestire uno scatto non potrai mai avere una perfetta e funzionale interfaccia con chi ti fornisce le immagini da elaborare.
Che tu sia leone o gazzella (come diceva quello là in “Tel chi el telun”), che tu sia fotografo o ritoccatore, sai che ogni mattina ti dovrai alzare e correre per fornire il prodotto migliore che il tuo impegno professionale possa produrre… e per farlo non ti basta conoscere come fare fotografia e come utilizzare i software per l’elaborazione delle immagini: quello che ti occorre è sapere esattamente come funzionano gli strumenti, l’hardware, che hai in mano. Possono essere macchine fotografiche, flash, o Macintosh (i PC non funzionano comunque! Oops… non ho resistito… (: ), ma è fondamentale che tu sappia come estrarre ogni minimo “bit” di potenza perché tutti hanno fretta, hanno un budget limitato e vogliono il meglio possibile per quanto concerne la qualità!
Ecco perché penso che sia fondamentale che tu, io e tutti quanti in genere ci mettiamo in testa che non ci si può fermare. Devi continuamente imparare. Anzi, molto spesso, occorre mettere in discussione ciò che sai, verificarlo e impararlo nuovamente… per rimanere al passo con i tempi e le tecnologie che cambiano… giusto per non rimanere escluso come qualche nostalgico che non si dedica al digitale e rimane bigottamente legato solo alla pellicola.
Ecco perché, tra le altre cose, quasi 8 anni fa è nata FotografiaProfessionale! Ecco perché sia io che Simone Poletti continuiamo a fare da trainer nei nostri corsi in video e dal vivo… insegnando come migliorare e migliorando ogni giorno grazie a ciò che impariamo dagli allievi e frequentando a nostra volta altri percorsi formativi! (Tra l’altro, ancora per un mesetto tutti i nostri video-corsi ed eBook sono in sconto… magari ti va di approfittarne, ma NON dirlo a nessuno che è un segreto!)
Lo so.. sei curioso! Sono sicuro che ti stai chiedendo: «Ma, allora? L’hai passato oppure no questo benedetto esame della POCP?»
Alla fine, dopo due giorni di attenzione continua e incessante a quello che spiegava il bravo Jon Gilbert (il docente del workshop), dopo aver ripassato tutte le 90 pagine del manuale cartaceo fornito e in seguito ad aver ripassato le 3 pagine di appunti (chi mi conosce sa che non prendo quasi mai appunti!) a copertura delle cose no presenti sul manuale… sul totale di 30 domande previste ne ho sbagliate 2: 93,3% di risposte corrette… esame passato! YEAH!
La cosa interessante, oltre a tutto ciò che ti ho già scritto, è fermarsi per un attimo a constatare quante persone si prendono la briga di conseguire questa certificazione POCP.
San Francisco ha una superficie di circa 121Km2 e una popolazione di circa 860.000 persone. Giusto per fare un paragone Bologna ha una superficie di circa 160Km2, ma la popolazione è di “solo” 387.000 abitanti. San Francisco quindi è piccolina ma vi abitano oltre il doppio delle persone che abitano a Bologna. Bene… perché ti dico questo? Cosa importa? È importante se prendiamo il numero di certificazioni POCP rilasciate. Perché a San Francisco ci sono 46 (+1 da qualche giorno! (: ) fotografi certificati e in tutta Italia se ne contano solamente 9 (NOVE! Se mi vuoi considerare sia come “Ammerigheno” che Italiano allora facciamo 10!). Un po’ pochini, no? Considerando che in USA solo quelli di una città paragonabile per dimensioni a Bologna sono 4,5 volte maggiori a quelli presenti in tutta Italia! Ti risparmi il numero totale di certificazioni, ma se vuoi puoi andare a controllare sul sito Phase One. Non credi ci sia bisogno di un po’ più impegno a studiare la tecnica e i dettagli degli strumenti che utilizzi nel tuo lavoro (ma anche nella tua passione… perché la fotografia e la postproduzione sono anche questo!)?
Allora alla prossima sessione di POCP in Italia… unisciti a Gloria Soverini che sarà presto certificata! Studia anche tu! Anche se non utilizzi i dorsi Phase One tutti i giorni… imparerai varie cose su Capture One 9 che (ancora) non sono nemmeno nel corso di Simone Poletti (ma presto ci saranno, vero? (: )
Always learning… per poi sapere come e cosa mettere in pratica non appena occorre!
Ciao, buono studio e buon lavoro!
Simone Conti