
Ambarabàciccìcoccò…
Ricordi di essere stato fra i giocatori scelti per una partita di pallone, o di pallavolo, o di basket in uno di quei fantastici campetti di terra o d’asfalto, senza reti e con i pali un po’ storti?
Beh, credo che sia capitato a tutti, almeno una volta nella vita, di essere fra quelli in attesa di sapere se sarebbero stati scelti per primi o per ultimi, con quella sottile ansia e quel mantra nella testa “sceglimè sceglimè sceglimè”.
E forse ti sarà capitato anche di essere “dall’altra parte del dito” e cioè fra quelli, i “Capitani”, che sceglievano gli amici dividendoli in due squadre. E allora, chi scegliere? Meglio Marco che è il tuo miglior amico o Andrea che è il più grosso di tutti e nessuno riesce a fermarlo? Meglio Paola che ha un bagher infallibile o Sara che ieri ti ha regalato la sua merenda?
Ricordi? In base a cosa sceglievi? Amicizia, simpatie e antipatie, in base all’umore del giorno o dopo una accuratissima disamina tecnico tattica delle risorse umane a disposizione? Oppure facendo una di quelle fantastiche conte in rima? Ambarabàciccìcoccò…
Beh, sicuramente era un bel modo di passare le giornate, ed era anche un bel modo di abituarsi a fare delle scelte e di fare l’abitudine anche al fatto che ogni scelta porta con sé delle conseguenze!
In base alle tue scelte si vinceva o si perdeva, ma sempre, o quasi, si andava a casa con il sorriso, consapevoli che comunque il giocatore più importante era quello che aveva portato la palla e il giudice ultimo di ogni torneo del campetto era la madre dello stesso, che poteva interrompere i rigori della finale o bloccare il servizio decisivo del quinto set, solo urlando: “ANTOOOOONIOOOOOO… ACCASAAAAAAAAAAA!”
E oggi? Oggi in base a cosa scegli?
In questi giorni ero impegnato nella selezione di un gran numero di scatti realizzati da un fotografo e mi sono chiesto: in base a cosa i fotografi fanno la propria selezione?
È una domanda tipica del mondo della fotografia, che mi sono sentito fare mille volte da amici e clienti e alla quale vorrei che provassi a rispondere anche tu: in base a cosa scegli le tue fotografie?
Io ho scelto per anni le fotografie di altri, occupandomi della selezione e dell’editing per tantissimi fotografi, dall’appassionato al professionista affermato, e ho scoperto poi che è molto più semplice che selezionare le PROPRIE fotografie…
Infatti, molto spesso nella scelta entano in gioco dei fattori irrazionali: tu sai cosa volevi scattare, sai cosa è successo un attimo prima e dopo lo scatto, conosci il contesto e sei sicuramente influenzato dal tuo coinvolgimento personale ed emotivo. Sei quindi, in parte la persona migliore per fare quella scelta, e in parte la persona peggiore.
Per questo il mondo dell’editoria e delle banche immagini si affida a delle figure professionali, i Photo Editor, che sembrano avere poteri paranormali! Essi sono infatti in grado di scremare 1000 foto e sceglierne 10 in meno di un’ora, quando a te lo stesso lavoro richiederebbe giorni, se non settimane e lacrime di sangue…
Il Photo Editor pare essere in grado di decidere cosa è bello (e giusto) e cosa no, semplicemente avvicinando un dito al monitor del computer… che fortuna!
In realtà il mestiere del Photo Editor è complesso e richiede grande sensibilità e grande professionalità, ma i criteri di scelta rimangono, in buona parte, soggettivi e misteriosi.
Quindi mi piacerebbe provare a razionalizzare questi criteri, perchè quelli che uso io non possono sicuramente essere universali e sempre infallibili, per questo ti chiedo: tu, in base a cosa scegli una foto?
Secondo te è giusto scegliere solo in base a fattori razionali quali: correttezza formale (messa a fuoco, assenza di mosso, esposizione, colore ecc…), inquadratura, bilanciamento degli elementi, coerenza al tema raccontato?
Oppure è necessario tenere in conto anche i fattori emotivi?
Io spesso scelgo le foto anche guardando tutti gli scatti insieme e selezionando quelli che attraggono subito il mio sguardo “nel mucchio”, ma c’è poco di razionale in tutto questo.
Quindi? Meglio stabilire delle regole, se ci sono, o meglio una scelta totalmente soggettiva che lasci al fotografo (o all’editor) la liberta di interpretare emotivamente lo scatto?
Mi piacerebbe che tu mi dicessi la tua e provassi a razionalizzare i tuoi criteri di scelta, credo che possa essere un bel punto di confronto fra fotografi dal profilo diverso.
Altrimenti… ambarabàciccìcoccò…
Simone Poletti