
Che cos’è davvero importante per te quando guardi una fotografia?
Dopo l’ultimo post di Simone Conti “Canon VS Nikon… al via scatenate l’inferno!” e le numerose reazioni degli utenti di FotografiaProfessionale che si sono schierati da una parte e dall’altra, mi sono riproposta una domanda che mi frulla in testa da tempo:
“Che cosa mi importa davvero quando guardo una fotografia?”
Tu che mi leggi in questo momento hai un senso estetico tutto tuo: hai il tuo gusto di gelato preferito, il tuo taglio di capelli preferito, un tuo senso dell’ordine… e così via!
È così anche per la fotografia e l’arte in generale: il tuo occhio si sofferma su un’immagine e subito, senza che neanche tu te ne accorga, pensi “Caspita, mi piace!” oppure “No, non mi piace affatto!”.
Il giudizio estetico, infatti, è sempre immediato.
C’è chi si ferma a questo primo sentire senza aggiungere altro, emozionandosi o meno davanti ad una fotografia; c’è chi, invece, prosegue in un’accurata indagine e cerca di capire come sia stata scattata, a quanti ISO, con quale obiettivo, se e quanto sia stata ritoccata.
Perché?
Chi si pone queste domande è già spesso un appassionato di fotografia: osservare un’immagine e cercare di capire come sia stata scattata e postprodotta aiuta a “testare” le proprie conoscenze e, quasi sempre, a prendere spunto per migliorare il proprio lavoro; in questo, la circolazione delle fotografie online è davvero una grande scuola e costituisce un campo di confronto senza eguali (ed ecco perché è bello andare alle mostre: poter vedere le fotografie dei grandi maestri da vicino è un’occasione unica!).
E qui arriva di frequente l’inghippo: l’obiezione.
L’obiezione è implacabile, arriva senza preavviso, si abbatte come un giudizio definitivo e non lascia scampo al confronto pacifico; “X è meglio e non c’è niente che possa superarla” (dove X è una marca a tuo piacimento), oppure “Abbasso il digitale/no alla pellicola” o “È assolutamente vietato postprodurre”. La lista è lunga; chi non si è mai schierato da una parte o dall’altra?

Avere le proprie preferenze è un diritto inattaccabile ed è giusto tenersele strette, ma nel momento in cui ci si confronta a tu-per-tu su un argomento di comune interesse perché non cercare di capire le scelte del nostro interlocutore, dall’attrezzatura all’inquadratura, al livello di editing?
La fotografia ha a che fare tanto con la pura tecnica quanto con il sentire proprio di chi l’ha scattata; dietro una fotografia è spesso nascosta (e neppure tanto!) la personalità di chi ce la propone. Abilità, gusto, capacità di cogliere il momento, messaggio, conoscenza del mezzo, senso della composizione: questi sono tutti ingredienti che contribuiscono alla buona riuscita di uno scatto… e vanno dosati e considerati con cura 🙂
Torno alla mia domanda iniziale: “Cos’è davvero importante per me?”
La risposta che mi do solitamente da fotografa e da appassionata è una, ed una sola: “Mi piace” o “Non mi piace”; il modo in cui una foto è stata realizzata può aiutarmi a migliorare le mie capacità, o, più semplicemente, a capire meglio la fotografia stessa – ad esempio, se è stata scattata in scarse condizioni di luce e il risultato è ottimo, allora apprezzerò di più l’abilità del fotografo, oppure il sensore della sua macchina fotografica 😉
La Fotografia è nata alla fine dell’Ottocento combattendo contro le critiche degli artisti che la tacciavano di essere l’ancella delle arti (Baudelaire) e che accusavano i fotografi di essere soltanto dei pittori mancati, quando non puntavano il dito sulla meccanicità dello strumento che, secondo loro, ne abbassava l’artisticità.
Molti decenni dopo ho a volte l’impressione che l'”occhio del fotografo” sia ancora bistrattato proprio da chi la fotografia la fa, in nome di una tecnica che viene invocata come un j’accuse che non lascia scampo ad un giudizio che sia semplicemente estetico.

E per te, cos’è davvero importante? Quanti passi in avanti nel giudizio della fotografia possiamo dire di aver fatto dalla sua nascita? Ti va di dirmi cosa ne pensi? 🙂
Gloria