
Fortunatamente, il futuro è incerto!
Calma, calma, il mondo non sta per finire, non ci sono comete in arrivo e gli alieni non sono sbarcati sulla terra. Da quel che so, non è nemmeno in arrivo una crisi peggiore di quella che abbiamo già vissuto. Semplicemente, il futuro è incerto.
Mi capita, ormai da un po’, di sentire sempre più spesso colleghi ed amici lamentarsi della mancanza di certezze nel futuro. Forse la crisi economica (che ormai è presente da talmente tanto tempo da non essere più una “crisi” ma uno status), forse la mancanza di riferimenti, forse un retaggio culturale; non voglio entrare in discorsi troppo complessi e parlare di massimi sistemi, ma fatto sta che oggi l’incertezza e la paura dell’indeterminato la fanno da padroni.
Anche nella fotografia si respira la stessa aria: il cambiamento in atto e la mancanza di sicurezze (più che altro economiche) per chi fino a ieri aveva una posizione consolidata, hanno creato non pochi scompensi e paure.
Anche tu senti questo timore?
Anche tu senti questa mancanza di certezze come un problema ed un peso?
Beh, se è così, ti va di spiegarmi perché?
(prima di creare degli equivoci apro una parentesi: sia chiaro che non ho nessuna intenzione di sottostimare i problemi di chi perde il lavoro da un giorno all’altro o di chi si trova in difficoltà, il mio obiettivo è quello di analizzare lo stato d’animo e stimolare la discussione fra quelli che sono in una situazione relativamente “tranquilla” ma si sentono comunque vittime dell’incertezza, e chiudo la parentesi)
Ho fatto la stessa domanda ad amici e colleghi, qualcuno mi ha risposto: «Eh, non è facile fare progetti per il futuro quando non sai cosa ti aspetta».
Un altro: «Da un giorno all’altro le cose possono cambiare improvvisamente, come fai a stare tranquillo e ad essere positivo?»
Non voglio giudicare né tantomeno criticare questo atteggiamento e queste paure, credo che facciano parte dell’animo umano e che siano fortemente indotte da un comportamento dei media ai limiti dello schizofrenico.
Ma vorrei provare a farti cambiare punto di vista solo per un secondo, se me lo permetti.
Per provarci, ti faccio un’altra domanda: Se provi ad immaginare un futuro positivo, felice e sereno, di grandi successi e soddisfazioni, come immagini l’ambiente che ti circonda?
Vedi grandi spazi, paesaggi verdi e assolati, montagne, laghi e cascate, magari grandi stanze luminose con panorami mozzafiato. Oppure vedi un bunker, un piccolo luogo angusto dalle spesse mura di cemento e con le inferriate alle finestre?
Non so te, ma io mi ritrovo di più con la prima visione. Il mio “futuro felice” è fatto di grandi spazi e stanze luminose.

Forse perché abbiamo un corpo e un cervello fatti per camminare, esplorare, scoprire cose nuove ed evolvere costantemente. Abbiamo una mente che ama gli spazi aperti e le scoperte.
Bene, proprio per questo dico che, il futuro è fortunatamente incerto!
Prova a pensare ora ad un mondo nel quale tutto fosse fisso e immutabile: le posizioni sociali rimangono invariate, chi nasce ricco rimane ricco per sempre, chi nasce povero, povero rimane; chi nasce in una famiglia disagiata non potrà mai studiare e così via.
Non ti ricorda vagamente la società a caste chiuse degli Egizi che abbiamo studiato a scuola?
Se malauguratamente NON nascessi figlio del Faraone, ti piacerebbe? 😉
Beh, per fortuna non è così.
Per fortuna i ruoli e le caste non sono fissi e immutabili e, anche se richiede tantissimo impegno, chiunque può ottenere grandissimi risultati.
Riportandolo al mondo della fotografia (e della post), questo significa che chi non nasce da genitori fotografi (o ritoccatori) può comunque avere un grande successo, se ha talento e voglia di mettersi in gioco. Significa che chiunque può mettere in campo le proprie capacità e le proprie competenze e, soprattutto oggi, grazie al web, può avere un’esposizione globale pressoché gratuita.
Prova a pensare al mondo della fotografia di qualche anno fa: le macchine professionali costavano una follia, per diventare fotografo professionista dovevi avere amici o genitori facoltosi in grado di regalartene una, oppure dovevi impegnare mesi e mesi del tuo stipendio per acquistarla. Poi ti aspettavano chilometri e chilometri a piedi, in auto o in treno per mostrare le tue immagini ad un editor o a un fotografo che ti volesse prendere “a bottega“, spesso gratis o malpagato. La nostra visione della fotografia “di una volta” è filtrata dal modo romantico in cui vogliamo vedere questo mondo pionieristico e indubbiamente affascinante. Ma la realtà del 99% dei fotografi era fatta di sacrifici spesso inutili, stipendi da fame e rullini bruciati e inservibili a causa di acidi vecchi e laboratori con scarsa perizia.
Per fortuna il futuro è diverso da come lo immaginavamo! Per fortuna il futuro è incerto e non esistono dogmi o posizioni acquisite, dipende tutto da te!
Non servono strade dove stiamo andando, serve immaginazione, creatività, voglia di fare e di mettersi in gioco.
Dipende tutto da te. Non è bellissimo?