
In partenza un nuovo laboratorio tutto dedicato al colore!
Era domenica pomeriggio, guidavo da Modena a Reggio Emilia quando il mio passeggero, una giovane fotografa, mi ha fatto notare i colori incredibili dei campi e del cielo alla nostra sinistra. Nuvole scure e minacciose incombevano sulle prime colline, mentre una lama di sole superstite illuminava i prati rendendoli verdissimi. Il verde acido dell’erba, il cielo quasi giallo sopra alle colline, le nuvole color antracite dai riflessi viola e bluastri. Bello.
Non fosse per il numero quasi irritante di costruzioni e manufatti umani che si frappone fra un emiliano e il suo orizzonte, sarebbe valsa la pena di fermarsi e scattare una bella fotografia.
Mentre continuavo il mio viaggio verso casa, mi sono ritrovato a riflettere sull’essenza “oggettiva” del colore in natura e sull’essenza “soggettiva” del colore in fotografia. Tranquillo, nessun “pippozzo” filosofico sulla percezione del colore, sull’emotività e sulla post-produzione che ha rovinato la fotografia (argomento “mai-più senza” per eccellenza).
Semplicemente ragionavo sul fatto che, quel pomeriggio, entrambi abbiamo visto lo stesso verde acido, lo stesso tono favoloso di grigio scuro, e come noi centinaia di persone hanno percepito la stessa atmosfera e gli stessi toni cromatici… ma se avessi chiesto ad ognuno di scattare una fotografia di quella scena e di post-produrla al meglio, avremmo avuto come risultato centinaia di immagini differenti, con colori molto diversi fra loro.
Questo è dovuto, certamente, alla sensibilità differente di ognuno di noi, alla volontà di ognuno di far risaltare il verde e la luce o il grigio e il buio, alla capacità di ognuno di ritoccare in modo più o meno professionale, alla volontà di ognuno di esagerare o meno con la post. Vero, ma c’è un altro motivo fondamentale: gli strumenti.
Infatti ogni sensore funziona in modo differente dall’altro, ogni lente ha carratteristiche diverse, ogni modo di raggiungere la “corretta esposizione” influenza in modo differente il colore, ogni tipo di regolazione in post-produzione porta ad un risultato differente.
Proprio per questo motivo mi occupo da anni di gestione del colore in post, e porto avanti una personalissima “crociata” pro Monitor Calibrato 🙂
Si, perchè l’unico modo per ottenere risultati realistici e di qualità nella correzione colore è: a) lavorare con un monitor calibrato e profilato a dovere e b) eseguire una correzione cromatica di qualità.
Dedicandomi alla gestione e alla correzione professionale del colore, ho scoperto negli anni tanti metodi di lavoro differenti, ma solo uno mi ha permesso di ottenere i risultati che volevo. E questo “modo” di lavorare il colore, questo “spazio colore” privilegiato, è l’oggetto di una serie di corsi e di post attraverso i quali realizzaremo il Laboratorio del Colore di FotografiaProfessionale.it
Di cosa si tratta? Si tratta di una serie di corsi, di articoli dedicati e di post sul sito e sulla pagina Facebook che affronteranno proprio la correzione del colore, sfruttando ed avendo come “campo di gioco” principale un metodo colore dedicato proprio alla gestione delle cromie: Color LAB.
Perchè Color LAB? Perchè questo metodo colore ha una serie di caratteristiche fantastiche che lo rendono eccezionale nella correzione del colore. La più importante, a mio parere, è racchiusa nel nome stesso del metodo colore: L A B. Le tre lettere danno (come in RGB) il nome ai diversi canali: L per Luminosità, A e B sono invece canali compositi che contengono A: giallo e Blu e B: Rosso e Verde.
Bene, qual’è la caratteristica eccezionale che traspare da questa divisione dei canali?
Semplice: la luminosità è in un canale a parte e quindi può essere gestita autonomamente e così i colori.
FANTASTICO! Infatti in Color LAB puoi agire sulla luminosità dell’immagine senza influire sui colori e puoi anche modificare i colori senza toccare la luminosità.
Sembrerà banale, ma negli altri metodi colore questo NON È POSSIBILE! Infatti, se provi ad aumentare il contrasto fra luci e ombre in RGB, avrai anche una maggiore saturazione dei colori! E se, al contrario, riduci il contrasto tonale, avrai anche colori meno saturi! Quindi, di fatto, in RGB (e in CMYK) non è possibile agire sul contrasto fra luci e ombre senza modificare il colore dell’immagine!
In LAB invece, potrai lavorare solo sul canale L della luminosità per modificare il contrasto tonale e solo sui canali A e B per modificare i colori.

Per farti capire meglio cosa comporta tutto questo, ho provato a modificare un’immagine: partendo dalla prima fotografia (A) che vedi nella sua versione originale, senza alcuna modifica su toni e colori. A questa immagine ho poi applicato un Livello di Regolazione CURVE in RGB per aumentare il contrasto. La classica curva ad S, intensificando le aree scure e schiarendo invece le luci per aumentare la differenza tonale fra gli estremi nell’immagine.
(Ho volutamente esagerato per farti percepire meglio il risultato, se ti capitasse di modificare un’immagine in questo modo, la tua “curva” dovrà essere MOLTO più “morbida” e meno accentuata 🙂 )
Puoi vedere il risultato nell’immagine (B): il contrasto tonale è aumentato, sicuramente, ma ho anche saturato tantissimo i colori. La saturazione dei colori può essere ritenuta piacevole da alcuni, ma è indubbio il fatto che questo mi ha fatto perdere molti dettagli (vedi il parafango rosso delle moto), ha trasformato il terreno e lo sfondo in una distesa gialla molto satura e “impastato” la resa cromatica dell’immagine.

Ho applicato il Livello di Regolazione CURVE per aumentare la “tridimensionalità” dell’immagine ed invece ho ottenuto un’immagine posterizzata e impastata nella quale molti dettagli rischiano di perdersi.
Ecco cosa succede invece se applico un Livello di Regolazione CURVE identico al solo canale “Luminosità” in Color LAB, lo puoi vedere nell’immagine (C)!
Ho convertito l’immagine orginale in LAB e ho applicato un Livello di Regolazione CURVE con una S molto accentuata, praticamente identica a quella applicata sui canali RGB… ed ecco che in LAB non ho praticamente nessuna modifica del colore, mantengo la saturazione corretta, da me scelta in precedenza, non perdo dettagli (se non ovviamente nelle ombre più scure che si “chiudono” aumentando il contrasto.)

Lavorare con una curva su di un’immagine in Color LAB mi permette di “salvare” il colore della fotografia, anche se applico regolazioni esasperate come questa.
E la stessa possibilità la ho, ovviamente, a parti invertite, lavorando sul colore senza intaccare il contrasto tonale.
Questo è solo uno dei tanti vantaggi della correzione dell’immagine in Color LAB che esploreremo nel nostro Laboratorio del Colore di FotografiaProfessionale.it!
Per cominciare quindi, puoi scaricare on-line il primo VIDEO-CORSO GRATUITO sulla calibrazione del monitor, cliccando questo link. Se non l’hai ancora fatto, considera anche l‘eBook La Teoria del Colore – clicca questo link per saperne di più -, una raccolta delle regole base che governano la teoria del colore la cui conoscenza è indispensabile per comprendere e portare avanti correttamente il flusso di lavoro nella gestione del colore.
In seguito proseguiremo con il nostro percorso formativo verso un colore perfetto!
A presto e buon lavoro!
Simone Poletti