
Michael Kenna e l’omelia del Primo Maggio
Michael Kenna ha presentato la sua mostra “Michael Kenna – Paesaggi d’Emilia” a Reggio Emilia il Primo Maggio parlando dall’altare di una chiesa.
Non poteva che succedere nelle terre che hanno visto nascere “Peppone e Don Camillo”: è domenica Primo Maggio, il Sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi sull’Altare della Chiesa di San Giacomo, seduto vicino a Massimo Mezzetti, Assessore alla Cultura dell’Emilia Romagna, e al Presidente della Provincia Giammaria Manghi.
Tutto grazie ad un fotografo come Michael Kenna, che ha richiamato così tanti partecipanti alla conferenza stampa di presentazione della sua mostra alla Galleria 13 da richiedere una location decisamente più ampia… quanto una chiesa 🙂
Anche lui esordisce con un aneddoto in proposito, nel suo bellissimo inglese:
“Quando ero piccolo i miei genitori avrebbero voluto che diventassi prete… sarebbero sicuramente felici di sapere che sto parlando davanti ad una chiesa piena la domenica mattina!”
Ma partiamo dall’inizio: sono le 11.15, io e Simone Poletti ci aggiriamo intorno alla Galleria assieme ad altre decine di persone che ne affollano l’interno e l’esterno; mi presento a Sara Cavagnari, la Direttrice della Galleria, e sgomito per riuscire a vedere le stampe di Kenna ai sali d’argento su carta baritata. Silenziose nonostante la folla, bellissime nonostante sia Emilia. No, bellissime proprio perché È Emilia.
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Quando LUI arriva mi sale un nodo in gola e mi sento come se stessi per vedere da vicino il cantante del mio gruppo preferito. “È solo un fotografo“, mi dico per calmarmi e non sembrare agitata, ma quel solo inciampa subito e io resto con la 6D in mano e gli occhi lucidi, aspettando qualche centimetro in più per riuscire a fotografarlo.

Vengono sbrigate le pratiche burocratiche: foto con le autorità, la Direttrice, alcune domande; io esco non appena una donna alla mia sinistra dice a qualcuno “Ecco, ma dov’è l’originalità in queste foto?“. Esco prima di diventare maleducata. Del resto, ognuno ha diritto ad avere un’opinione, no?
(ok, ma sempre sempre? :D)
Siamo così tanti che riempiamo la via e il sagrato della Chiesa di San Giacomo di fronte, dove andremo ad ascoltare Kenna non appena Ite, missa est.
Lui è tutto un sorriso, saluta con calore, si fa immortalare nei selfie dentro ai cellulari.
La chiesa si svuota, ora tocca a noi. Si riempiono i posti a sedere, molti stanno in piedi. Sembra di essere alla messa di Natale o di Pasqua, e realizzo che sto per sentire l’omelia più bella di sempre.
È solo un fotografo, ma siamo tutti in religioso silenzio.
Così Kenna comincia a parlare e dice che il suo rapporto con la fotografia è piuttosto tradizionale, fatto di pellicole, lunghi tempi d’esposizione e ricerche altrettanto prolungate, una posizione contro il caos odierno del digitale che lo porta all’introspezione e alla solitudine del pensiero con se stesso.
Fotografo quello che non si vede.
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In riferimento al suo vagare e scattare in Emilia Romagna, dice che si è sorpreso di come ogni singolo metro sia lavorato ed abitato, di come ovunque ci sia traccia dell’uomo e del suo lavoro; ecco perché, aggiunge, quello che fotografa è il rapporto fra gli uomini e l’ambiente.
Fotografare i luoghi è come avere un rapporto d’amicizia con qualcuno: come accade con un amico che conosci da 30 anni, fotografare un luogo che hai già visitato e scattato ti permette di avere con esso un rapporto ancora più profondo.
Per lui non si tratta tanto di cercare la novità, ma di rinnovare il dialogo con gli elementi che lo circondano.
A chi gli chiede come faccia a rendere così belle quelle cose che per noi sono normali e quotidiane, Kenna risponde
Non sono io che faccio diventare belle le cose: la meraviglia è ovunque, là fuori, nell’Universo.
Un brivido prolungato. Chi conosce l’inglese resta a bocca aperta prima che la traduttrice intervenga.
So che le sue parole riportate non hanno lo stesso effetto di quando eravamo lì, in quella chiesa, perché era nella voce il senso più profondo, la chiave di volta.
Abbiamo però le sue foto, che puoi ammirare alla Galleria 13 dal 6 Maggio al 28 Giugno (per le info su indirizzo ed orari, clicca qui)
Sono una ventina le fotografie in mostra, selezionate dal lavoro esposto a Palazzo Magnani nel 2010 per la mostra “Immagini del settimo giorno” realizzata grazie al progetto curatoriale di Sandro Parmiggiani, nella quale è stato presentato il Catalogo Skira con testi di Pierre Bonhomme, Ferdinando Scianna e Sandro Parmiggiani.
Spero di essere riuscita a trasmetterti un po’ di quella atmosfera! Se non dovesse bastare, trovi altre foto dell’evento sulla nostra pagina Facebook 🙂
Fammi sapere cosa pensi dell’opinione della signora di cui sopra! ;))
A presto,
Gloria