
Qual’è il futuro della post? C’è vita oltre Adobe?
Su queste pagine abbiamo parlato spesso del futuro della fotografia, sia per quanto riguarda gli stili, sia per ciò che riguarda la tecnica e le attrezzature.
Se la fotografia si sta spostando sempre più, anche a livello professionale, verso macchine più compatte e pratiche, con fotografi di grande livello che scattano ormai abitualmente con mirrorless lasciando la reflex a casa, dove sta andando invece la post-produzione?
Se gli ultimi anni della fotografia sono stati letteralmente frenetici in quanto a innovazioni e cambi di prospettiva, il mondo della post appare molto più fossilizzato su posizioni ormai acquisite e (apparentemente) inamovibili.
Diciamocelo, la post di livello professionale è, in gran parte, una piscina nella quale nuota uno squalo solo: Adobe.
Basta dare un’occhiata alla diffusione dei software di post fra i fotografi nel 2013.

Ad oggi non esiste un’alternativa vera e professionale a Photoshop. Non ho nulla contro Gimp e altri software, ma siamo onesti: se si parla di risultati professionali nel ritocco e nella post, almeno per il momento, Photoshop è semplicemente imprescindibile. Questo crea una situazione di monopolio de-facto che pare difficile da incrinare.
A questo aggiungiamo il segmento, in forte espansione dei software per lo sviluppo del RAW: con la crescita di una certa cultura fotografica e credo anche grazie a realtà come la nostra, i fotografi scattano sempre meno in Jpeg e sempre più in RAW. Per questo gli sviluppatori RAW sono fra i software a più intenso aggiornamento. Proprio in questo segmento si registrava negli anni scorsi uno scontro Adobe-Apple con la divisione del mercato “base” fra Lightroom e Aperture. Beh, ad oggi Apple ha di fatto abbandonato il campo e Aperture non sarà più sviluppato, a favore della nuova App della mela: Photo.
Questa scelta di Apple ha di fatto lasciato il campo libero ad Adobe, estendendo il monopolio anche sullo sviluppo del RAW. Ne è testimonianza anche la scelta, fatta da Hasselblad, di permettere lo sviluppo dei propri RAW su Lightroom (dalla versione 4), cosa prima possibile solo con il software nativo Phocus.
Questo ha portato Lightroom a registrare un trend di crescita impressionante che lo ha reso, in pochi anni, leader del mercato fra i software di post, anche davanti a Photoshop.
Quindi? Nulla si muove che Adobe non voglia?
Se le cose stanno davvero così, il futuro della Post è in mano alle decisioni strategiche dell’azienda californiana!
Come è noto, Adobe sta spostando tutta la sua offerta in Cloud (in pratica spostando tutto on-line), che conseguenze può avere questo per gli utenti? Principalmente due:
1) Diventa molto più difficile la contraffazione delle licenze, problema che (secondo una stima per difetto) riguardava oltre il 60% delle copie di Photoshop presenti sui computer degli appassionati e dei professionisti.
La versione Cloud effettua verifiche periodiche della licenza, impedendo l’accesso a software pirata e a utenti che non pagano la propria fee mensile.
2) I prezzi per chi intende acquistare e avere software originali sono diventati drasticamente più bassi (Adobe propone l’abbonamento a Photoshop + Lightroom a 9.90 euro al mese per tutto agosto) e decisamente accessibili a tutti.
A quanto pare il successo della versione Cloud di Photoshop è stata notevole e questo ha portato Adobe a tentare il trasferimento sulle nuvole anche per Lightroom, proprio questo sembra essere l’obiettivo finale di queste vantaggiose offerte agostane… Secondo gli ultimi rumors, Adobe sarebbe intenzionata a verificare i risultati dell’offerta Cloud nei prossimi mesi per poi decidere se procedere su questa strada con i prodotti attuali, allargare a Lightroom (eliminando la versione “off-line” del software), o abbandonare del tutto l’esperimento Cloud (ad oggi molto improbabile).

Contemporaneamente si sta verificando una sempre maggiore richiesta di prodotti Mobile, in grado cioè di consentire un lavoro in post anche da palmari e smartphone. Ad oggi, almeno in questo campo, la proposta Adobe appare decisamente inadeguata: sia la versione mobile di Photoshop che quella di Lightroom (novità del 2014) sono molto lontane dal garantire un prodotto accettabile per un professionista e anche solo utile per un appassionato. Nello stesso campo, per assurdo, si possono ottenere risultati più rapidi con i predefiniti di Instagram o, ancora meglio, con App dedicate come SnapSeed.
Ti capita mai di scattare con lo smartphone, o di affrontare lunghe trasferte senza computer, con solo un palmare o un telefono a disposizione per scaricare e guardare le te foto? Ti piacerebbe avere una versione mobile di Photoshop che permetta un’elaborazione vera e utile?
Quindi, visti questi trend, la post-produzione potrebbe avere un futuro decisamente orientato al mondo on-line, dichiarando l’estinzione definitiva dei software “in scatola”. Questo, ovviamente, se continuerà ad essere Adobe a guidare il mercato e ad indirizzare le scelte dei propri utenti… non nascondiamocelo, la scelta di mettere Photoshop in Cloud non è stata né condivisa né popolare, ma semplicemente imposta dalle strategie della A rossa.
Ma… c’è vita oltre Adobe?
Esiste un’alternativa vera a Lightroom e Photoshop?
Beh, per quanto riguarda Photoshop, come dicevo in precedenza, un’alternativa vera e professionale non esiste. Ma nel campo in maggiore espansione, quello degli sviluppatori RAW, le alternative ci sono eccome!
Ad iniziare da Capture One, software di Phase One (azienda che produce dorsi digitali) diffuso soprattutto ad un livello professionale piuttosto alto. Capture One ha passato anni di appannamento piuttosto evidenti, ma si parla finalmente molto, molto bene della nuova versione!
Capture One può essere un serio concorrente di Lightroom perché:
1) Lightroom è un software universale e con un ottimo sistema di archiviazione e gestione file, ma non eccelle nella parte di sviluppo
2) Capture One non è sicuramente focalizzato sull’organizzazione dei file quanto Lightroom, ma la qualità dello sviluppo appare decisamente superiore
3) In un mercato che cresce per quantità e cultura, nel quale i fotografi e gli appassionati cercano sempre più qualità, un software che garantisce uno sviluppo migliore, può essere vincente.
Ricevo giornalmente e-mail e raccolgo costantemente i commenti degli allievi ai workshop: in tanti cercano più qualità e più fedeltà nel proprio sviluppatore RAW, tanti iniziano a fare confronti e Lightroom non ne esce sempre benissimo. La scelta di Adobe di puntare su un pubblico generalista (vedi inserimento di moduli come Mappe, Libro e degli strumenti di ritocco locale) può pagare in termini di volumi, ma rischia di spostare l’attenzione dei Pro e degli appassionati più evoluti verso altri lidi. Per ora si parla di percentuali minime, ma quando la voce inizia a girare nell’ambiente e tanti Pro decidono di cambiare, il segnale inizia ad essere importante.
E Capture One non è solo: mi è capitato di lavorare con DxO Optics Pro che, pur non essendo uno sviluppatore RAW nel senso tradizionale del termine, garantisce risultati davvero interessanti. E tanti altri software stanno nascendo in un segmento di mercato nel quale Adobe, per quanto abbondantemente leader, appare più facilmente attaccabile.
Insomma, proprio nel settore in maggiore sviluppo c’è il maggiore fermento.
Qual’è il futuro della post? Dipende… tu cosa vorresti?
Le aziende che producono software per la post-produzione hanno dimostrato di essere molto attente alle esigenze dei loro utenti, quindi saremo noi a decidere come si muoveranno.
Tu cosa desidereresti dal tuo software ideale?
Cosa ti serve DAVVERO per ottenere ciò che vuoi dallo sviluppo e dal ritocco delle tue immagini?
Prova a pensare a come sarebbe il software in grado di aiutarti davvero e risolvere i tuoi problemi e a scriverlo nei commenti… magari in Adobe ci leggono 😉
Ciao e a presto, buone vacanze 🙂
Simone Poletti