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World Press Photo 2017: vincitori e polemiche

News ed Eventi 14/02/2017 Gloria Soverini

Sono stati annunciati i vincitori della Sessantesima edizione del Concorso del World Press Photo, scelti fra 80.408 immagini scattate da 5.034 fotografi provenienti da oltre 125 paesi.

La polemica sulla “World Press Photo of the Year”: a che punto siamo?

 

La Fondazione del World Press Photo è nata nel 1955 grazie ad un gruppo di fotografi olandesi, uniti dall’intento di sviluppare e promuovere il lavoro dei fotogiornalisti, grazie anche ad una serie di attività ed iniziative internazionali, la prima delle quali è stato proprio il Concorso annuale organizzato per far conoscere il proprio lavoro ai colleghi di altre nazionalità.

Lavoriamo per sviluppare e promuovere il fotogiornalismo di qualità perché le persone meritano di vedere il proprio mondo e di esprimersi liberamente.
Libertà di informazione, libertà di ricerca e libertà di parola sono sempre più importanti, ed un giornalismo visivo qualitativamente valido è essenziale per riportare in modo preciso ed indipendente proprio i fatti che rendono possibili queste libertà.
In un momento in cui il mondo, la stampa e la fotografia stessa stanno subendo dei cambiamenti profondi, ci stiamo sforzando di aiutare sia i fotogiornalisti che il pubblico a capire e a rispondere a queste trasformazioni in modo che tali libertà continuino ad essere garantite.

È con questo intento che è importante approcciarsi a quello che è il concorso di fotogiornalismo più importante del mondo, con le sue motivazioni profonde e le sue diversità intrinseche – le stesse che accompagnano la cronaca quotidiana di ogni paese, tanto che non mancano mai le polemiche per le scelte della giuria.

 

Mary F. Calvert, che fa parte della giuria, ha detto che la foto vincitrice di quest’anno rappresenta al meglio il significato e la definizione del World Press Photo:

 

«È stata una decisione molto molto difficile, ma alla fine abbiamo ritenuto che la foto dell’anno fosse un’immagine esplosiva che parlasse davvero dell’odio dei nostri tempi. Ogni volta che arrivava sullo schermo dovevi quasi spostarti indietro, tanto è forte quell’immagine».
(fonte: Il Post)

 

World Press Photo of the Year © Burhan Ozbilici
World Press Photo of the Year © Burhan Ozbilici

Questa è la foto che ha fatto parlare di sé come non mai già dalla sua pubblicazione, e che ha sbaragliato migliaia di concorrenti aggiudicandosi il premio principale, il World Press Photo of the Year; è stata scattata dal fotografo turco Burhan Ozbilici dell’agenzia Associated Press, e mostra l’attentatore Mevlüt Mert Altıntaş subito dopo aver ucciso l’ambasciatore russo in Turchia, Andrey Karlov, a una mostra d’arte ad Ankara, il 19 dicembre 2016 (puoi leggere qui la storia completa, nel caso non la conoscessi).

 

In molti si sono dichiarati letteralmente indignati per questa scelta, anzi, in realtà si sono indignati non appena questa e le altre foto del servizio sono state pubblicate dai media internazionali.

Quello che mi chiedo, a questo punto, è

 

a che punto siamo nella considerazione del fotogiornalismo? Cosa gli concediamo?

 

Riporto le parole di Letizia Battaglia, che in un’intervista rilasciata per La Repubblica ha detto:

 

“Piena di ammirazione per il fotografo, è molto importante che ci siano persone che rischino. Non accetto moralismi sul reportage, le cose devono essere raccontate (…) Lo scandalo è che le cose avvengano, se non ci sono i fotografi le cose si dimenticano”.

Cosa pensi a riguardo: il fotogiornalismo deve riportare i fatti a prescindere oppure ogni tanto è giusto porgli dei limiti? Se sì, in base a cosa si decidono?

 

Ti lascio anche alla gallery completa dei vincitori delle altre categorie del World Press Photo 2017 nella pagina dedicata:
https://www.worldpressphoto.org/collection/photo/2017

Gloria

 

PS: congratulazioni ai 4 italiani che sono stati premiati, ovvero
Francesco Comello per il terzo posto nella categoria “Stories – Daily Life” (ho scelto una delle sue foto per l’immagine di anteprima dell’articolo)
Alessio Romenzi per il terzo posto nella categoria “Stories – General News”
Antonio Gibotta per il secondo posto nella categoria “Stories – Peole”
Giovanni Capriotti per il primo posto nella categoria “Stories – Sports”

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