
Lavorare nel mondo della fotografia: un cambio di prospettiva
Ieri ho ricevuto un’email da un iscritto a FotografiaProfessionale.
Gli avevo scritto, come a tutti, per annunciare i due workshop che terremo a Milano il 31 gennaio e il 1 Febbraio sulle basi della fotografia digitale e su Lightroom.
Mi ha risposto che non era interessato perché “La fotografia come professione è morta“.
Quella risposta mi ha ronzato in testa per tutta la serata e ammetto che mi ha piuttosto infastidito. Non tanto per il disinteresse nei confronti dei nostri workshop, non è un problema, i workshop sono fatti per chi è interessato a migliorarsi e ad imparare cose nuove, e non tutti, in tutti i campi, lo sono.
Mi ha infastidito leggere quella risposta perché presuppone sicuramente frustrazione per un lavoro che, evidentemente, non sta andando benissimo, ma soprattutto una buona dose di supponenza, perché si dà per scontato che le cose vadano male per tutti e che la colpa sia del mercato o, comunque, degli altri…
Personalmente non sono d’accordo, ma questo conta poco. Forse un po’ di più conta l’esperienza e gli esempi che posso portare di fotografi che oggi, con la crisi, la recessione, le catastrofi, gli ufo, il digitale, Photoshop e anche nonostante Simone Poletti e i suoi corsi, riescono ad aprire un’attività e ad avere un grande successo.
Non ti voglio raccontar cazzate (scusa il termine), so benissimo che le cose sono più difficili di una volta e lo provo ogni singolo giorno sulla mia pelle: sono socio di un’agenzia di comunicazione e PRIMA dei fotografi (le foto servono) vengono tagliate le spese in comunicazione. Quindi ho ben presente cosa voglia dire “portare a casa la pagnotta” e credo che molti fotografi abbiano esperienze da raccontare rispetto alla difficoltà di rapportarsi col mercato. Immagino che anche tu avrai la tua bella raccolta di aneddoti (poco) simpatici, vero? 😉

Ok, le cose sono più difficili, il mercato è più complesso, ci sono molti più fotografi in giro… ma è tutto qui? Davvero non ci sono altre opportunità per lavorare nel mondo della fotografia?
Io credo che non sia così, e credo che le opportunità si siano, per assurdo, moltiplicate con l’avvento e poi con l’esplosione del digitale.
È necessario però guardare le cose da una prospettiva leggermente diversa e questo dovrebbe essere un esercizio semplice per un fotografo, no? Avere una prospettiva personale, un modo di vedere le cose diverso dagli altri è proprio ciò che distingue un fotografo di talento da un fotografo “normale”.
Bene, prova a seguirmi, se ti va, in questo mio cambio di prospettiva, e prova a dirmi la tua.
Per anni il percorso verso la fotografia professionale ha seguito due strade:
– Aprire un’attività in proprio (di solito un negozio) per poi cercare di crescere piano piano;
– Iniziare come assistente di un fotografo esperto e cercare un proprio spazio.
Prendendo la prima strada è molto difficile riuscire ad entrare in contatto con il “giro giusto” e spesso si rivela una sorta di vicolo cieco.
La seconda strada è sempre stata la preferita da chi aveva ambizioni particolari, perché permette di entrare immediatamente nell’ambiente giusto, avere a che fare con produzioni di un certo livello, fare esperienza utile per il futuro. Un valido assistente, se sceglie il fotografo giusto, può rapidamente iniziare a scattare i lavori meno impegativi e in pochi anni costruirsi un bagaglio di esperienze e conoscenze sufficiente per aprirsi una carriera da professionista.
Questa via rimane a mio parere ancora praticabile, ma decisamente più difficile di un tempo. I fotografi hanno comunque meno lavoro di una volta, quindi lo spazio per gli assistenti si è un po’ ridotto, e comunque il settore rimane affollato.
A volte credo che sia necessario davvero ridiscutere le proprie aspettative.
Mi spiego facendo un esempio: conosco fotografi di talento che lavoravano o che vorrebbero iniziare a lavorare come fotografi live, soprattutto di concerti. Quindi cercano di ottenere pass dalle riviste e di farsi pagare per il proprio lavoro.
Ma il mercato musicale non esiste più: i dischi non si vendono, i tour (a parte quelli dei soliti 10 big) sono difficili da riempire e anche solo da iniziare, le riviste non hanno più un soldo e vivono di stenti (Mucchio Selvaggio è stato salvato in extremis tramite sottoscrizione dei lettori ecc…).
Quindi, che senso ha cercare lavoro in un settore che non ne offre?
Sarebbe come cercare lavoro, oggi, come produttore di Floppy Disc… 😉
È necessario rivedere le proprie aspettative o comunque la strada per arrivare alla meta.
Come?
Beh, non è solo facendo il fotografo che puoi avere successo nel mondo della fotografia e non è solo facendo l’assistente che puoi diventare un fotografo.

Ci sono ruoli che ti possono permettere di frequentare l’ambiente giusto e di mantenerti, in attesa che il tuo talento come fotografo venga riconosciuto, se non addirittura di avere un successo economico superiore a quello del fotografo puro. E non si tratta di accettare un lavoro meno gratificante o di “accontentarsi” ma di cercare altrove la strada giusta, se quella che hai sempre percorso non è più disponibile.
Se trovi una strada chiusa, perché è stata sostituita da un nuovo cavalcavia che rende il tragitto più agevole, rimani davanti al cartello “Strada Chiusa” in attesa che la riaprano? Ecco, il discorso è proprio questo.
C’è un bellissimo libricino, che si legge in un’ora o poco più, che mi sento di consigliarti, si chiama “Chi ha spostato il mio formaggio” di Spencer Johnson e credo possa essere davvero illuminante.
Ma veniamo al dunque: come puoi lavorare nel mondo della fotografia senza fare (solo) il fotografo?
Beh, le strade sono diverse e tutte hanno possibilità professionali interessanti: partendo dall’Assistente Digitale che segue il fotografo sul set, ne cura la gestione digitale dell’immagine e delle attrezzature di scatto, controlla messa a fuoco ed esposizione in diretta, archivia e gestisce gli scatti, realizza la prima post sul set, e spesso anche il lavoro di post-produzione definitivo.
È un ruolo importante e che può essere svolto sia direttamente per il fotografo, sia attraverso agenzie che forniscono proprio assistenti digitali, sia lavorando direttamente in uno studio che, insieme allo spazio a noleggio, garantisca anche la presenza degli assistenti.
Proprio l’Assistente di Studio è un altro ruolo interessante all’interno del mondo della fotografia.
Ma non solo: puoi diventare un Ritoccatore Professionista, come ho fatto io, e ricavarti il tuo spazio in un mondo che è costantemente alla ricerca di professionalità di alto livello. Se ti applichi e scegli le strade giuste per la tua formazione, puoi diventare un punto di riferimento insostituibile per tutti i fotografi.
Puoi anche intraprendere la strada della formazione, puoi diventare un Insegnante di Fotografia o di PostProduzione! FotografiaProfessionale credo sia un ottimo esempio di come il mondo della fotografia cerchi ed apprezzi una formazione di qualità.
E non finisce qui; puoi scrivere di fotografia o dedicarti alla rappresentanza di fotografi e alla gestione dei loro archivi e dei loro affari… lo spazio è tanto e nelle prossime settimane cercherò di dedicare altri post proprio all’analisi di ognuno dei ruoli più interessanti. Cercherò di dimostrarti come ci siano tante strade diverse e come nessuna di questa escluda il fatto che tu continui a fare fotografie e cerchi contemporaneamente un tuo spazio come artista o fotografo.
Cosa ne pensi? A te cosa piacerebbe fare nel mondo della fotografia? Quale potrebbe essere la tua strada?
Appuntamento a fra qualche giorno allora, parleremo proprio del ruolo di Assistente Digitale e Assistente di Studio.
Ciao e a presto.
Simone Poletti